Le Mura e le Porte
Il nucleo storico di Citerna è racchiuso dentro la cinta muraria, realizzata tra XIII e XIV secolo con due accessi principali: a sud Porta Romana e a nord Porta Fiorentina. Subito a ridosso della prima, si sviluppa il Monastero di Santa Elisabetta, nella cui chiesa, a forma esagonale, si trova una Vesperbild, iconografia tedesca raffigurante una Pietà del XIV secolo. Dalle mura e dalla piazza principale, si può ammirare l’anfiteatro naturale che si stende ai piedi di Citerna: il bacino idrografico del Tevere e la corona appenninica che lo delimita come un enorme catino, dal monte de La Verna a nord ai Monti Sibillini a sud. |
I Camminamenti
Lungo il perimetro delle mura, sui lati est e ovest, si trovano i camminamenti medievali, con aperture a tutto arco perfettamente conservate. Dal corso principale si accede a Casa Prosperi – Vitelli, al cui interno si ammira il camino del XVI secolo detto degli Innamorati. Il borgo è formato costituito da due strutture urbane sorte in tempi diversi: l’acropoli, la zona fortificata che costituisce il nucleo originario del paese ed il burgus, aggiunto nel Duecento sviluppato lungo la strada principale del paese, e sotto la quale si trovano alcune delle cisterne che danno nome alla località. Si tratta di recipienti costruiti o scavati sotto terra per il recupero delle acque piovane. Ne sono state censite sette, ma è probabile che ve ne siano altre, la più grande, con una capienza di 450 metri cubi, è visibile negli Ammassi dell’ex convento. |
San Michele
San Michele è una chiesa-museo per le preziose opere d’arte che vi si conservano. Costruita nei primi decenni del Cinquecento, ha pianta a croce latina con nove altari riccamente decorati. Vi si trovano dipinti di Simone Ciburri, un affresco di Luca Signorelli e della sua scuola (1550 circa), una deposizione del Pomarancio, alcuni dipinti di Raffaellino del Colle e una collezione di paramenti sacri finemente lavorati in seta e oro. Nel transetto di sinistra si ammira un crocifisso ligneo in stile bizantineggiante della fine del Duecento. Dietro l’altare maggiore un maestoso coro ligneo in noce, realizzato nel XVI secolo contiene 25 scanni e un monumentale leggio. Sopra il coro sta la Madonna con Bambino in terracotta policroma alta 110 cm, recentemente attribuita a Donatello giovane, datata 1415. |
La torre civica
Proseguendo il cammino lungo il corso si arriva alla piazza principale Scipione Scipioni dove è posta la Torre civica, con un orologio a incastri meccanici in legno, risalente al XVI secolo. Sulla leggera salita di fronte, svetta la facciata della Chiesa di San Michele Arcangelo, costruita intorno al 1680, che conserva al suo interno una bellissima Madonna con Bambino della scuola di Giovanni della Robbia, una pregevole Crocifissione su tavola (1570) con relativo altare ligneo del Pomarancio e una campana datata 1269. |
Teatro Bontempelli
Sulla parte orientale dell'antico nucleo di Citerna si apre la piazzetta del piccolo ma elegante Teatro Bontempelli, fatto costruire dalla famiglia Vitelli nel Cinquecento, ora recuperato ed in piena attività. Sulla parte occidentale si erge invece la Rocca, la parte più antica del castello. Di origine Longobarda (VII sec.), ricostruita nel XIV secolo, era l’antica residenza dei signori del luogo. Il bastione occidentale e il Torrione rotondo, divenuto simbolo del paese, completano il lato occidentale della cinta muraria. |
La Rocca
La fortificazione di origine Longobarda (VII sec), fino al 1944, era sovrastata da una torre costruita nel 1364. Dall'arco che guarda a nord-ovest, oltre il Torrione rotondo ed il Cassero, si scorge la Val Cerfone, che conduce ad Arezzo. Guardando dalla terrazza che si apre sull'altro lato della rocca, è possibile scorgere il monte della Verna, dalla caratteristica forma quadrata, ed il monte Fumaiolo, da cui nasce il Tevere. Fino alla sua distruzione, ad opera del tremendo terremoto del 1917, accanto alla rocca sorgeva la Pieve di s. Michele Arcangelo (sec. XII), il patrono del paese che è festeggiato ogni anno l'8 maggio, perpetuando un culto introdotto dai longobardi e legato al santuario di S. Angelo al Gargano. |
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